
19/07/2023 17:38
Un nome, una garanzia. Parliamo di Martina Cacciola, portiere classe ‘92 moderno, di sicura affidabilità ed esperienza.
Dopo averla ammirata per tanti anni sui prestigiosi palcoscenici della Serie A, la scorsa stagione Cacciola, insieme alle sue compagne, ha portato la Cormar Segato a conquistare i playoff di A2. Con la società costretta a rinunciare al prossimo campionato, l’estremo difensore calabrese è ora in cerca di una nuova, ambiziosa sfida. Del resto un portiere come lei, che può vantare anche un ottimo gioco con i piedi, non si trova facilmente.
Ma ora raccontiamo chi è Martina Cacciola grazie alle parole della diretta interessata: chi meglio di lei per farlo?
“Mi piace definirmi un portiere di futsal moderno, a cui piace giocare tanto coi piedi ed essere parte attiva negli schemi di uscita, pressing, superiorità numerica e avviare le azioni offensive. Ho iniziato ad allenarmi costantemente in porta a 18 anni, un po’ tardi direbbero gli addetti ai lavori… Fino ad allora prediligevo essere ala/pivot, eppure credo che determinati gesti tecnici ce li hai dentro, sono innati. Sin da piccola non ho mai avuto paura di prendere una pallonata in faccia, di giocare con gente più grande di me o contro i ragazzi. Tutto questo, insieme al lavoro duro e costante, mi ha reso il portiere che sono adesso”.
L’estremo difensore ripercorre dunque la sua brillante carriera.
“Inizio ad approcciarmi al mondo del calcio da bambina, frequentando - unica femminuccia - la scuola calcio del mio paese gestita da mio padre. Dopodiché un anno di danza, uno di pallavolo e poi l’amore per quella palla rotonda ha il sopravvento, soprattutto quella a rimbalzo controllato. Ed è così che frequento la Scuola Calcio a 5 ideata e gestita dai miei genitori, poiché per l’età non potevo ancora esordire nel mondo dei grandi. Raggiunti gli anni necessari disputo diversi campionati provinciali come UISP e CSI sempre con lo Sporting Bagnara, squadra del mio paese”.
Poi, la scelta di diventare portiere e l’approdo nel futsal che conta.
“Per colpa o merito di una certa Pamela Presto: durante una partita mi vede giocare in porta in via del tutto eccezionale, costringendomi e convincendomi ad approdare alla Pro Reggina. Da lì inizia la mia carriera da portiere: quattro anni a Reggio Calabria e la conquista di uno Scudetto e una Supercoppa italiana; il passaggio per due stagioni alla S.S. Lazio con una Supercoppa vinta; poi Lokrians, con successiva convocazione in Nazionale. Dopo Rambla, Lamezia, e un ritorno alle origini disputando un campionato di PGS come giocatrice di movimento nella squadra del paese. Infine Segato, con cui, per motivi lavorativi, sono ripartita dalla Serie C fino ad arrivare in un solo anno in A2”.
“Nella ultima stagione, nonostante le difficoltà che ci hanno accompagnato da dicembre fino a fine anno, siamo riuscite a centrare i tanti ambiti playoff, dopo due anni di militanza in un campionato nazionale: un ottimo traguardo, raggiunto da sole giocatrici calabresi”.
Sul suo futuro, Martina Cacciola ha le idee chiare:
“A 31 anni, dopo aver girato l’Italia e aver affrontato e vissuto situazioni dalle più disparate; giocato con e contro le giocatrici più forti del mondo, aver vinto, aver perso in maniera anche ingiusta delle volte; dopo aver ottenuto tutto con fatica, sudore e duro lavoro, credo di aver raggiunto un’esperienza e una maturità necessarie da poter mettere a disposizione di una società ambiziosa, che abbia un progetto solido e duraturo nel tempo. Bisognerà incastrare una serie di cose, quindi dico sempre che ne dovrà valere veramente la pena”.