A Potenza il mosaico si è completato. L’Acri vince e centra
la promozione in Serie A2, una storica promozione che entusiasma ed emoziona
anche capitan Santo Giudice.
“Sabato si è avverato un sogno a Potenza. Non era una
partita scontata, ma le motivazioni nostre erano di gran lunga superiori alle
loro e si sono viste subito in campo. Devo fare i complimenti alla squadra e
alla società del Potenza perché si sono comportati correttamente e non è da
tutti visto i festeggiamenti a fine gara, in campo come giusto che sia. Hanno
lottato, ma al termine della partita hanno dimostrato rispetto e
professionalità”.
Il capitano prosegue.
“Quando l’arbitro ha fischiato la fine è stata una
liberazione di emozioni, considerando da dove siamo partiti e le mille
difficoltà iniziali legate al nostro campo da gioco e quant’altro”.
Una sinfonia, in crescendo…
“L’obiettivo iniziale non era questo, ma come ho detto più
volte, partita dopo partita in noi è cresciuta la consapevolezza di essere una
grande squadra, un gruppo unito, una simbiosi perfetta tra noi staff e società.
Questo ci ha consentito di raggiungere questo traguardo. Abbiamo dimostrato sul
campo di meritare la vittoria del campionato e di essere la squadra più forte”.
Spazio ai ringraziamenti.
“Ci tengo a ringraziare le persone di Acri che ci hanno
seguito e tutto il popolo di Acri, e non solo, che ci ha sempre sostenuto e non
ci ha mai fatto mancare il proprio calore. Acri è una piazza grande che vive di
calcio e che merita grandi palcoscenici. L’anno prossimo ci aspetta la Serie
A2, un campionato diverso e molto più difficile, con squadre attrezzate che
curano ogni minimo particolare. Il mister insieme alla società sta già
iniziando a programmare il tutto, consapevole del fatto che non sarà semplice e
che servirà l’aiuto di tutti per disputare un buon campionato. Ci faremo
trovare pronti per superare ogni ostacolo, questo è sicuro”.
Giudice conclude.
“Voglio infine ringraziare questo magnifico gruppo squadra,
dal preparatore atletico, al massaggiatore al fisioterapista, perché vincere
non è mai semplice anche nell’ultima categoria e per farlo si devono incastrare
tutte le cose. Abbiamo costruito un gruppo fantastico, una famiglia, un’unione
tra di noi sia dentro e soprattutto fuori dal campo, e questo, insieme
sicuramente alle nostre qualità, ci ha permesso di non mollare mai crederci
sempre e di realizzare questo sogno, desiderato fortemente da tutti noi”.