Chemiba, non ci sono piani per salvarsi. Bettelli: "Dobbiamo pensare a fare solo il nostro dovere"

Uno stop che poteva starci a Senigallia, seppur giunto di stretta misura, al contrario dei Chemiba squadra dovrà soffrire fino all'ultimo secondo dell'ultima giornata. Oppure no? Cosa spera mister Marco Bettelli?


“Se guardiamo solo il risultato, la prima della classe contro una squadra che lotta per salvarsi, ovviamente la sconfitta ci può stare; se devo valutare la prestazione invece credo che la mia squadra meritasse quantomeno il pareggio: nonostante l’infortunio di Rodrigo dopo pochi minuti e quello di Sakuta all’inizio secondo tempo abbiamo fornito un’ottima prestazione, inficiata soltanto dalle grandi parate del portiere avversario e dalla nostra imprecisione sottoporta. Per quello che riguarda i risultati degli altri campi credo che nell’ultima giornata sia stato tutto nella norma: è normale che il Macerata sfruttasse il turno casalingo con la Gatdch e che lo stesso facesse il Poggio Fidoni che in casa, ovviamente aiutato dalle dimensioni del campo e anche dal pubblico a ridosso del terreno di gioco, è una squadra molto temibile. Semmai il dato più sorprendente è che il Corinaldo dopo l’exploit importante di Rieti non non ha sfruttato il turno casalingo con il Recanati per fare punti. Poi, che noi dovevamo lottare fino alla fine dopo il disastroso girone d’andata penso lo sapevamo sin dall’inizio: la cosa positiva che è ancora tutto nelle nostre mani, quindi se riusciremo a vincere le due partite non abbiamo bisogno di aspettare i risultati degli altri campi. Era così prima della gara di Senigallia e così è rimasto: sappiamo che dobbiamo fare solo il nostro dovere per guadagnarci la salvezza diretta”.


- Tre settimane di stop permetteranno di preparare al meglio la partita decisiva con il Corinaldo e soprattutto recuperare Rodrigo. Quanto ha impattato il suo innesto in questo nuovo corso della Chemiba?


“L’impatto di Rodrigo, lo dicono i numeri, è stato importantissimo: con lui in campo questa squadra non ha mai perso, perché a Recanati è stato espulso sul risultato di parità, con l’Eta Beta non ha giocato per squalifica, dopo di che le abbiamo vinte tutte. E anche a Senigallia è uscito sul risultato di parità. Certo, il ragazzo doveva arrivare già in estate perché era un mio obiettivo, il giocatore che volevo fortemente: però, un po’ di tentennamenti da parte nostra nel chiudere la trattativa e anche la fretta che il giocatore aveva di accasarsi per trovare sistemazione, per lui e per la sua famiglia il prima possibile, non hanno permesso che il matrimonio si facesse. Diciamo che è stato fatto con ritardo, però la stima tra i giocatori c’è sempre stata: l’ho avuto a Gubbio ma lo conosco dai tempi che era ragazzino a Terni, ho allenato tanti suoi compagni di squadra più esperti come Sonda, Salvetti, Vendrame che lo hanno consigliato di venire a giocare con le mie squadre; quindi siamo ben contenti di averlo. Sta procedendo con il recupero, credo che sarà a disposizione per la partita con il Corinaldo e confidiamo nella sua qualità e nel suo essere leader silenzioso, perché dopo Gubbio ho trovato un giocatore ancora più forte e ancora più maturo, un giocatore che si fa voler bene da tutti, società, compagni di squadra, pubblico. E’ un giocatore che sa assumersi le proprie responsabilità e riconoscere i propri errori, prima di puntare il dito sul compagno su altre situazioni”.


- Marco, prima la salvezza e poi il futuro: l'idea di restare a Cerreto d'Esi per realizzare un progetto che di fatto è stato rimandato di un anno, ti affascina?


“Prima di pensare al futuro bisogna pensare al presente, quindi ottenere quello che è diventato il nostro obiettivo, ovvero la salvezza. Dopo di ché vedremo quello che sarà il futuro. Ovviamente la scorsa estate sono stati fatti degli errori da parte di tutti e io in primis mi sono fatto un esame di coscienza, come credo che se lo siano fatti tutti all’interno del Cerreto d’Esi e che da lì si riparta. Io credo che la gestione di una società che va ad affrontare un campionato nazionale debba essere ai livelli di una gestione aziendale, con un organigramma ben preciso, dove ognuno deve svolgere il suo compito senza prevaricare i compiti degli altri, senza voler sostituirsi ad altri e questa è la prima cosa fondamentale per poter creare una società che ha degli obiettivi importanti. Probabilmente questo non è stato fatto quest’anno e sarà, nel caso si decida di continuare insieme, la prima cosa sulla quale lavorare per la programmazione. Ci tengo a dire che ho trovato una società molto seria, che rispetto alla media delle società italiane non fa realmente mancare niente ai giocatori anzi, forse dà anche troppo: se si risolvono quei problemi di cui abbiamo parlato, prima di poter ottenere quello che magari ci si aspettava quest’anno, che non è stato ottenuto, visto che io sono anche abbastanza tignoso, non mollo se poi non ottengo quello che voglio. Per venire a Cerreto ho rinunciato a una vetrina importante come la Serie A femminile, ho lasciato una società meravigliosa come l’Atletico Foligno, un ambiente fantastico come quello di Foligno, delle ragazze che hanno ottenuto la Serie A sul campo e che hanno degli attributi molto più di tanti colleghi maschietti e a cui faccio grandissimi complimenti per la salvezza che hanno ottenuto, della quale non avevo nessun dubbio. Quindi per dire che con una rinuncia come questa non posso che essere concentrato sulla possibilità di ottenere gli stessi risultati a Cerreto”.