
Sembra un ricordo recente, quando l’allora presidente dell’Ostia, Guglielmo De Angelis, mi chiamava e mi dava il suo contatto telefonico per fargli un’intervista. Via telefono, come si faceva allora perchè whatsapp non esisteva, gli sms costavano troppo e le mail non erano ancora per tutti. L’Ostia all’epoca militava in Serie D, era alle prime esperienze agonistiche federali, così come lo era il suo allenatore: il professor Luca Giampaolo. Stiamo parlando dei primi Anni Novanta, a Roma si giocava ancora sui campi in terra battuta proprio mentre cominciavano a vedersi i primi manti in erba sintetica, che rapidamente presero piede regalando un calcio a 5 un po’ più vicino all’immagine di una disciplina sportiva che di un passatempo per appassionati e dopolavoristi.
Non fu facile con quel “ragazzo col codino” stabilire un rapporto cordiale, anzi inizialmente erano anche un tantino tesi. Ma durò poco: quando Luca Giampaolo venne chiamato ad allenare il Punto Rosa, una squadra della C1 laziale con sede a Torvajanica, il fatto di intensificare i contatti portarono ad una logica distensione dei rapporti, che nel corso del tempo hanno poi raggiunto livelli ai limiti della confidenzialità (tecnica e tattica, s’intende…). Il percorso di Luca Giampaolo passò per la Polaris, poi il Palestrina fin quando, con il suo approdo in A2, la sua fama cominciò ad uscire fuori dal Lazio.
E così ecco la chiamata del Futsal Monza, del Real Cefalù, quella del Regalbuto, per arrivare a quella del Latina. Per giungere fino ai giorni nostri con la pluriennale esperienza al Petrarca, iniziata quasi casualmente (ne sappiamo qualcosa...) ma che ha prodotto la vittoria di due campionati, due Coppe Italia, la partecipazione a due edizioni dei playoff scudetto. Purtroppo anche di una retrocessione in A2 Elite che si spera possa prossimamente essere azzerata dal ripescaggio in Serie A.
Un percorso articolato quello di Luca Giampaolo, che mi rendo aver vissuto virtualmente quasi tutto al suo fianco. Ecco perchè il mio pensiero, oggi, va a lui nel giorno in cui spegne le 50 candeline sulla torta: in fin dei conti questo cammino l’abbiamo affrontato l’uno al fianco dell’altro, chi nella sua maniera (dalla scrivania, chi scrive) chi nella propria (in panchina, lui). Anzi, permettetemi di essere anche compiaciuto nel poter dire che sono forse l’unico a cui permette di tirare il codino. Ma lo faccio sempre di sorpresa… e l’amichevole “vaffa” finisce per scapparci.
Auguri, Luca, nella totale sincerità. Anzi, mi permetto di farteli pubblicamente anche a nome di Katia, Roberto, Giulia e Diego, che poi penseranno in separata sede… a farti la festa. Altri cento di questi giorni sperando che in qualcuno di questi, magari, ci scappi anche lo scudetto. Che ne pensi?
Orlando Casale, direttore di Calcio a 5 Anteprima
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