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07/08/2021 00:20

Il Protocollo della FIGC adotta il Green Pass: ecco le regole da conoscere per gli addetti ai lavori

Una giornata storica quella del 6 agosto. È entrato in vigore infatti in Italia il Green Pass (o certificato verde) che servirà per accedere a qualsiasi tipo di servizio di ristorazione al tavolo (ambienti chiusi), spettacoli, eventi e competizioni sportive, luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, centri culturali e ricreativi, sale da gioco e casinò, concorsi pubblici ecc.


Concentrandoci sugli aspetti sportivi che possono più specificatamente riguardare il futsal, visto che l’obbligo del Green Pass è esteso – come noto - anche per lo svolgimento di attività sportive al chiuso, non poche sono le problematiche che ne derivano. Ma prima di addentrarci è opportuno fare alcune premesse di ordine generale.


Il Decreto Legge n.125 del 23 Luglio, pubblicato nella G.U n. 175 dello stesso giorno, ha prorogato la durata dello stato di emergenza al 31 dicembre 2021 e ha introdotto l’obbligo del Green Pass per accedere ad alcuni servizi. Il certificato verde è un documento che attesta la guarigione dal Covid, o l’avvenuta vaccinazione, ovvero l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo


La validità del Green Pass è di 270 giorni per chi ha concluso il ciclo vaccinale o per chi, guarito dal Covid, ha ricevuto l’unica dose di vaccino prescritta; di 180 giorni per chi, guarito dal Covid, è invece in attesa della prima e unica dose di vaccino; di 48 ore per chi ha effettuato il test.


Il possesso del Green Pass è necessario per l’accesso a molti servizi tra cui piscine, centri natatori, palestre, impianti dove si praticano sport di squadra, limitatamente alle attività al chiuso, spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive. L’obbligo è previsto per i soggetti dai 12 anni in su. Non sono obbligati al Green Pass i soggetti esclusi per età dalla campagna vaccinale e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica.

L’introduzione dell’obbligo del Green Pass per l’accesso alle attività sportive limitatamente alle attività al chiuso comporta che l’accesso ai locali potrà essere consentito solo ai soggetti che ne siano in possesso. Se l’impianto è dotato di aree esterne, può accogliere frequentatori anche senza Green Pass, ferma l’applicazione delle misure note (in primis il distanziamento) e fermo restando che per l’utilizzo degli spogliatoi è necessario il possesso della certificazione. Per i frequentatori che non siano in possesso del Green Pass, non è consentito l’accesso allo spogliatoio e alle docce interne.

PROTOCOLLO FIGC - La Federcalcio ha emanato il nuovo Protocollo valido per l’attività giovanile e dilettantistica. Un prolifico documento di 43 pagine per definire la ripresa in sicurezza dell’attività e i vari adempimenti da effettuare da parte di giocatori e società.

Il Protocollo si applica a tutte le attività dilettantistiche e giovanili (compresi il calcio femminile, il futsal, il beach soccer, il calcio paralimpico e sperimentale, oltre agli arbitri di tutte le relative categorie) di livello nazionale (o comunque riconosciute ‘di preminente interesse nazionale’ dalla Federazione o relative alle fasi finali nazionali di competizioni regionali), ovvero di livello regionale o provinciale, secondo le specifiche modalità applicative indicate nella sezione relativa ai requisiti medici.

Balza subito all’occhio la differenza fra soggetti vaccinati, soggetti guariti da non più di sei mesi e soggetti definiti “suscettibili”, cioè che non rientrano nelle prime due categorie. Stando a quanto riportato a pagina 12, i soggetti senza Green Pass che svolgono attività di interesse nazionale non potranno svolgere attività. Stesso discorso per gli spettatori: potranno entrare solamente le persone munite della certificazione richiesta.

Il nuovo Protocollo che dovranno seguire le società di tutte le categorie dilettantistiche e giovanili di calcio e futsal, sia per campionati di "preminente interesse nazionale" che per quelli regionali o provinciali, ha alla base un principio generale: vale a dire è necessario per tutti (giocatori, allenatori e arbitri) prevedere l’impiego delle certificazioni verdi Covid 19 (ossia il Green Pass) come strumento principale per la sicurezza sanitaria. In sostanza, scorrendo le 43 pagine, ad oggi il Green Pass per chi fa attività non è richiesto dall’Eccellenza alla Terza Categoria, ma lo è per la Serie D e anche per i campionati di preminente interesse nazionale, come lo sono quelli di futsal.

Un’altra differenza è che nei campionati nazionali il Green Pass servirà per gli allenamenti solo negli sport al chiuso, non in quelli all’aperto. Il nuovo protocollo prevede poi che il pubblico, per entrare negli stadi, debba avere il Green Pass, mentre viene stabilito che nel giorno fissato per il raduno delle società, il gruppo squadra vada sottoposto a screening iniziale, un’anamnesi che servirà a inquadrare i componenti in tre categorie: la prima comprende i soggetti vaccinati completamente con uno dei vaccini (mono o bi-dose) e vaccinati da almeno 15 giorni con la prima dose (Green Pass); nella seconda ci sono i soggetti guariti dall’infezione da non più di sei mesi e in possesso dell’idoneità per riprendere; nel terzo, infine, i soggetti definiti "suscettibili" al contagio da Covid-19 in quanto non vaccinati e non guariti. Nello screening è prevista anche la misurazione della temperatura e un test molecolare rapido.

emme.elle