12/10/2023 12:15
Leggiamo testualmente sul sito della Divisione Calcio a 5 (CLICCA QUI).
“Merlim e Marcelinho salvano l'Italfutsal. Ma in Repubblica Ceca è solo 3-3. Secondo posto a rischio”.
In una frase l’essenza del pessimismo e dell’incongruenza (se Merlim e Marcelinho salvano l’Italfutsal, domandiamo: perchè è solo 3-3?), e aggiungiamo anche della mancanza di fiducia, in una squadra che solo qualche giorno fa veniva esaltata per aver ceduto alla ultradecorata Spagna a una manciata di minuti dalla fine, oppure per aver ribaltato con il cuore, in 3’, il risultato della partita di andata con quella Repubblica Ceca che ieri, per poco, ci sbarrava definitivamente la strada per l’Uzbekistan. Che, sia chiaro, è ancora tutta da completare e le difficoltà non mancheranno: ma leggere gli organi ufficiali dell’istituzione romana usare termini “salvano”, “è solo 3-3” con la chicca finale “secondo posto a rischio”… un gran bello schiaffo all’ottimismo, non c’è che dire!
Certo, non è che noi stiamo qui a incensare l’Italfutsal per il 3-3 di Plzen, anche se i tre legni colpiti nel primo tempo fanno mordere le mani; al contrario di una ripresa giocata concedendo forse troppo all’iniziativa dei cechi (che erano comunque obbligati a vincere per sperare di rientrare in corsa per la qualificazione) e che - ironia, purtroppo, della sorte - ci hanno visto molto bene nelle loro conclusioni vincenti. Ma non pensiamo nemmeno che sia il caso di citare termini che suonano quasi come una sentenza, tirati in ballo poi da chi dovrebbe esercitare la sua funzione più per pensare positivo e spronare gli Azzurri. Che possono ancora qualificarsi per i Mondiali: chi ha mai detto che il 15 dicembre andremo in Slovenia per limitare i danni, oppure che la Spagna cinque giorni dopo venga da noi per chiudere i conti e aprire il pacco della qualificazione diretta sotto l’albero. E se invece i conti li chiudessimo noi?
Anche la strada per i playoff è assolutamente percorribile: al termine della quarta giornata dell’Elite Round siamo tra le tre migliori delle cinque seconde, in ordine di merito ci precede solo l’Ucraina e alle spalle ci sono Romania, Georgia (sulla quale pesa la questione regolamentare sull’impiego dei naturalizzati) e Croazia. Sarebbe stato meglio dire “la corsa playoff resta aperta” al posto di quel penalizzante “secondo posto a rischio”, quando - ribadiamo con forza - l’Italia è ancora in grado di poter vincere il Gruppo D e volare direttamente al Mondiale.
E passiamo ad un altro aspetto, che tira ancora in ballo il senso delle valutazioni che i colleghi dell’Ufficio Comunicazione della Divisione esprimono in quello che scrivono. Ricordate la storia degli “italiani in hype” nella prima giornata di Serie A scritta sempre sul sito della Divisione Calcio a 5? Qualcuno esaltò quei 18 gol segnati (anzi, 17) sui 58 realizzati nel turno d’apertura del massimo campionato, distraendosi non solo sulla effettività delle proporzioni ma soprattutto sulle percentuali di realizzazione, ignorando il fatto che gli altri 40 gol conteggiati (per noi 41) nelle otto partite disputate portavano la firma di quei giocatori “non formati” che rappresentano oggi solamente un terzo dei calciatori in distinta.
Nel titolo con il quale abbiamo aperto questo nostro servizio che cosa viene risaltato subito? Che l’Italfutsal, a Plzen, è stata salvata da Merlim e Marcelinho, ossia due dei cinque giocatori “non formati” che Bellarte ha inserito ieri nella lista di gioco contro la Repubblica Ceca. Premesso che quando uno indossa la maglia azzurra per noi è italiano a tutti gli effetti e va tifato a prescindere, anche se ha la pelle a 256 livelli di grigio, non possiamo fare a meno di notare che il risultato di Plzen sia stato effettivamente raddrizzato dalla doppietta di Marcelinho nel finale di gara, dopo che il gol dell’iniziale vantaggio era stato realizzato da Motta. Torniamo un momento indietro: tripletta di Calderolli e doppietta ancora di Motta nella vittoria per 6-5 sui cechi a Policoro; doppietta di Merlim nel 3-1 alla Slovenia nella gara d’apertura del Gruppo D. A quota 12 gol realizzati si arriva sommando le segnature di Cutrupi contro la Slovenia e Isgrò per il 2-3 dell’andata con la Repubblica Ceca.
Cosa vogliamo dire? Che 10 dei 12 gol azzurri in questo Elite Round sono stati messi a segno da giocatori “non formati”, la metà dei quali da Merlim e Motta che non giocano nel campionato di Serie A ma rispettivamente nella Liga Placard portoghese e nella Primera Division della Liga spagnola. Significa che nel momento della necessità emerge che sono sempre i giocatori “non formati” a far pesare il loro ruolo nelle vicende azzurre, come d’altronde è sempre stato: dei cinque in lista ieri sera, oltre a Merlim e Motta, che non gioca in Italia c’era anche Cainan De Matos, che quest’anno milita nell’Anderlercht delle stelle (polverizzerà tutti i record nella Prima Divisione Belga e probabilmente vincerà la Champions), ovviamente aggiungendoci Calderolli e Marcelinho che con i loro gol ci hanno tenuto a galla nella doppia sfida con la Repubblica Ceca, in forza a Feldi Eboli e Olimpus, ossia le ultime due finaliste scudetto. Vale a dire giocatori facenti parte di quella franchigia di calciatori cosidetti “non formati” che la riforma ha scientificamente decimato, facendo crollare il livello complessivo di competitività della nostra Serie A, ma, guarda un po’ il caso, giocatori che con le loro performances sono la mano santa che tiene la Nazionale ancora in corsa per conquistare l’Uzbekistan addirittura senza passare per i playoff.
Invertiamo la considerazione: e i “formati” cosa ci stanno a fare? Ma la riforma non doveva creare da subito le condizioni per riqualificare i giocatori indigeni, valorizzare la filiera giovanile e conservare la stessa qualità dei campionati apicali, al contempo offrendo al Ct le soluzioni idonee per tenere alto - e in maniera continuativa - il livello anche in chiave azzurra? Aspettiamo risposte.
cas.