12/08/2022 20:45
Ci eravamo immediatamente espressi in maniera fortemente negativa sin dal momento in cui il Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5 aveva deciso di riesumare la Coppa della Divisione (LEGGI QUI). Ma non certo contestando il valore della competizione che probabilmente, dopo le varie finali delle coppe Italia è sicuramente la manifestazione che regala i migliori momenti di aggregazione e scambio sportivo-culturali tra le partecipanti, quanto per l’inopportunità di ripresentarla sulla scena dell’attività nazionale in quella che si annuncia come una delle stagioni più intense dell'ultimo decennio. Che rischia di diventare caotica sin dalle primissime battute: basta prendere il calendario per rendersi conto del perchè.
Si comincia, come già si sapeva il 10 settembre: e qui già c’è bisogno di fare un appunto ricordando che questa data ha costretto la stragrande maggioranza delle società di Serie B ad anticipare i tempi del raduno, richiamando in Italia i propri “non formati” (perchè chiamarli stranieri?) magari accollandosi penali per le variazioni delle date degli aerei; affrontando spese aggiuntive in fatto di affitti e utenze, con il budget che lievita anche a causa del mese aggiuntivo di compensi da corrispondere ai tesserati. Questo, appunto, perche in campo scenderà tutta la Serie B, con i 38 abbinamenti ad eliminazione diretta (da giocarsi in gara unica) e le 10 gare che apriranno gli altrettanti triangolari.
Già il sabato successivo la situazione comincerà a ingarbugliarsi, perchè mentre nei triangolari si giocheranno le gare della seconda giornata, le 38 cadette vincenti al primo turno affronteranno subito 38 delle 48 squadre di A2 che entreranno in scena il secondo sabato di settembre, mentre le restanti 10 attenderanno il 24 per conoscere le sfidanti del secondo turno che si completerà il 5 ottobre. Insomma, il 17 settembre c’è chi giocherà per il primo e c’è chi lo farà per il secondo turno. Ci chiediamo: perchè rendersi la vita più difficile di quella che già è?
Perché qui la storia comincia a complicarsi, dato che il 5 ottobre cade di mercoledì, la data prevista dalla Divisione per la disputa delle ultime 10 sfide che chiuderanno il secondo turno. E da li in avanti si giocherà solo infrasettimanalmente, prima il 12 ottobre e poi a settimane alterne, con tutti i disagi che questo tipo di impegni provocherà nella gestione, organizzativa e logistica, delle trasferte che le squadre superstiti saranno chiamate ad affrontare via via fino 7 dicembre, data della finale.
Il risultato? Tutta la Coppa della Divisione si giocherà nel corso della prima parte della stagione con gli impegni del campo che si andranno a sommare a quelli del campionato, con un incremento delle spese dettato appunto dall’organizzazione delle trasferte di metà settimana, che con lo scorrere dei turni saranno inevitabilmente più complesse e disagevoli. Una squadra di Serie B, ammesso e non concesso che accada, può addirittura disputare 8 partite in più, la maggior parte delle quali in mezzo alla settimana: è come se per quasi due mesi giocasse ogni 3/4 giorni! E questo tra settembre e gli inizi di dicembre!
E non dimentichiamoci che nella seconda parte della stagione ci saranno da disputare anche i turni di qualificazione delle varie coppe di categoria, con la stessa Nazionale che per i propri impegni internazionali imporrà altre soste al calendario. Un calcolo fatto occhio e croce, porta a dire che per le squadre di Serie A che puntano a disputare i playoff il rischio che si possa arrivare a disputare tra le 40 e le 50 partite stagionali è più che mai concreto!
E poi c’è il regolamento che regala un’altra perla. Ogni squadra dovrà rispettare il numero dei giocatori da impiegare in base alla categoria di militanza: chiaro che si crea immediatamente una forte differenza tra Serie A e A2 e B, con la massima divisione che può disporre di un numero di giocatori “non formati” quasi doppio rispetto alle altre due serie. Cosa che praticamente scrive da subito l’esito della competizione in favore delle squadre di Serie A a meno che in finale non arrivi una delle formazioni più competitive di A2 (o B). Almeno in questo gli estensori del norme del gioco potevano prestare un tantino di attenzione, quanto meno per regalare alle compagini minori un pizzico di chances in più.
PREMIALITA' - Ci farebbe piacere sapere che cosa spetterà alla società vincitrice della Coppa della Divisione ma anche magari alla finalista e alle semifinaliste, visto che arrivare a quel punto della competizione comporterà non solo un grande sforzo organizzativo ma anche un dispendio di risorse economiche importante, di cui abbiamo fatto cenno in precedenza. Pensare che alla fine di tutto la vincitrice possa portarsi a casa solo una bella coppa che il presidente di turno finirà per esibire a mò di fermacarte sulla propria scrivania, beh... sinceramente sarebbe davvero poco gratificante.
E chiudiamo ripetendo la domanda che ponemmo già il 12 luglio scorso: ma quest’anno era proprio il caso di riesumarla questa Coppa della Divisione?