
C’è un elemento che sta alla promozione della Pirossigeno Cosenza in Serie A probabilmente più di qualsiasi altro fattore: è l’allenatore Leo Tuoto, 51 anni, che nella riuscita di questa straordinaria stagione ha svolto un ruolo determinante. Leo ha preso in mano le redini della formazione silana nella stagione 2020/2021, quella del post-Covid: era reduce dalla vittoria del campionato di A2 con il Real Rogit, che però non perfezionò l’iscrizione alla massima categoria lasciandolo libero di accasarsi al sodalizio del capoluogo neopromosso in seconda divisione. In tre anni ha realizzato quello che sembrava un vero miracolo: riportare Cosenza tra le grandi del futsal. E venerdì sera, con la vittoria sull’Active Network nella finale dei playoff giocata a Salsomaggiore, c’è riuscito.
- Leo, intanto da cosa nasce, secondo te, il trionfo di questa Pirossigeno che ha indubbiamente fatto dell'umiltà il suo cavallo di battaglia e il suo grande punto di forza?
“Sicuramente dall'ottima programmazione della nostra società e dalla costante crescita tattica e tecnica della squadra, che con tanta semplicità ha lavorato in silenzio. Insieme abbiamo creato una forte identità. La parola ‘umiltà’ è stampata sulle pareti del nostro spogliatoio all'interno di un messaggio motivazionale creato ad hoc: ‘L’umiltà è la semplice consapevolezza di non sapere. Se di questo ne sei convinto, cresci, migliori come uomo e come atleta’”.
- Avete affrontato il tabellone dei playoff partendo da una posizione sicuramente favorevole ma nella consapevolezza che probabilmente le favorite erano altre. E invece le cose sono andate tutte nella vostra direzione. Come analizzi il percorso verso la Serie A e quali sono state le capacità che la tua squadra ha saputo far fruttare per avere la meglio di un parco rivali di primissima qualità?
“Sì, tutto vero. In questi playoff abbiamo affrontato squadre di livello altissimo. Contro tutti gli avversari, anche se con tanti problemi, eravamo consapevoli di potercela giocare. Il nostro punto di forza è stato sapere che con l’’io’ non saremmo andati lontano. Se fosse diventato "noi", quello che poi è stato e ci ha condotto sul percorso giusto per la Serie A, allora sì che avremmo costruito qualcosa di importante. E così è stato”.
- In finale, due volte avanti e due volte ripresi. Una partita che hai dovuto gestire senza poter contare su Sanz e per parte del match di Bavaresco, ma alla fine la vittoria ha premiato chi ha saputo osare e tu, facendo salire costantemente Del Ferraro, hai visto riconosciuto il tuo coraggio tattico. Condividi?
“Condivido in toto. Dal punto di vista tattico giocare con Del Ferraro ci ha dato delle certezze, cresciute col passare del tempo anche per effetto del lavoro svolto e grazie alle quali abbiamo aggiunto un'arma in più che ci ha permesso di spuntarla su avversari più forti. Si può dire che il coraggio da noi dimostrato ci ha portati ad alzare il trofeo, è stato il fattore che ha fatto realmente la differenza”.
- Quando Petragallo ha messo in rete il rigore della promozione quali sono state le sensazioni che hai provato?
“Un'insieme di forti emozioni, su tutte incredulità e felicità mischiate perfettamente. E' stato il coronamento di un sogno inseguito per anni. Nelle ultime cinque stagioni di A2, dopo quattro playoff, due finalissime per la A e due promozioni, ora finalmente posso godermi questo momento che aspettavo da tanto, ma davvero tanto tempo”.
- Prossimo anno in Serie A, che finalmente potrai affrontare da protagonista dopo la mancata iscrizione del Real Rogit: come sarà la Pirossigeno che vedremo giocare tra le grandi del futsal e con quali obiettivi?
“E’ ancora troppo presto per dire come sarà la Pirossigeno Cosenza il prossimo anno. Io vorrei una squadra pronta ad affrontare la categoria senza patemi d'animo, ma sarà difficile. A noi, gruppo squadra, spetterà l'arduo compito di adattarci in fretta ai ritmi che saranno molto superiori a quelli ai quali siamo abituati. Dovremo crescere vivendo la Serie A, giornata dopo giornata. Cercheremo di migliorare sensibilmente il roster, questo è fuor di dubbio. Mi rassicura sapere che la società è forte. Sia la proprietà, che noi dello staff fino ad arrivare ai giocatori, dovremo avere la pazienza di arrivare con il tempo e con il duro lavoro a trovare il bandolo della matassa”.
E la Pirossigeno, ne siamo tutti convinti, riuscirà a trovarlo!
o.c.
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