
L’importanza della
comunicazione nello sport non la scopriamo di certo oggi, specialmente per una
disciplina come il calcio a 5, che riveste ancora un grande potenziale
inespresso proprio per mancanza di conoscenza. Se a questo aggiungiamo anche il
supporto di un marketing mirato, di altissimo livello e che fa da corollario
alle informazioni meramente sportive ecco che si trova la quadratura del
cerchio, Demi Tellatin all’interno della famiglia dello Sporting Altamarca.
“Comunicare in modo
efficace significa sapersi esprimere in ogni situazione con qualunque
interlocutore è quello che un po’ cerchiamo di fare nello Sporting Altamarca.
Parlo di noi, perché dietro di me ci son altre persone, tutti professionisti
del settore, legati ad una sola guida, un unico filone che porta tutti nella
stessa direzione, con lo stesso stile e lo stesso modo di comunicare.
All’Altamarca sono stata promossa quest’anno a responsabile marketing, oltre ad
essere, appunto, addetta alla comunicazione e social. Ammetto che è una grande
soddisfazione, ma allo stesso tempo è molto difficile, in quanto il calcio a 5
non ha ancora una visibilità tale da dimostrare cosa possiamo fare. Le idee son
sempre molte e cerchiamo anno dopo anno di far crescere la società, ma far
anche da esempio a società più piccole che stanno emergendo nel territorio. È
sempre una soddisfazione quando altre squadre, società, enti ti vengono a
chiedere consiglio su come fare, ma come ripeto è frutto di un grande lavoro,
coordinato nella maniera giusta”.
La serigrafia del bus,
maglie e divise che esaltano il territorio di Asolo, il connubio con Puma, sono
solo alcune delle tappe fondamentali del club che ha portato in alto il proprio
nome anche con queste iniziative…
“Si, diciamo che
lavorare col territorio è sempre stato uno dei nostri punti cardine, la maglia
presentata nel novembre 2020 è stata una delle chicche che ha dimostrato per
l’ennesima volta il legame alle nostre città circostanti. Per quanto riguarda
il bus, è stata una novità assoluta, per le Final Eight dello scorso anno
abbiamo fatto un lavoro di marketing direi quasi ottimo, peccato per il
risultato, ma per quanto mi riguarda ne son stata molto soddisfatta; quest’anno
con il cambiare dei giocatori ed il nuovo marchio Puma, abbiamo cambiato la
vetrofania del bus, inserendo i nostri tre capostipiti Miraglia, Rosso, Halimi,
ovviamente vestiti con il nuovo marchio. Ma devo svelare che le novità non sono
ancora finite. Cercheremo di innovarci e portare sempre più in alto il nome
dello Sporting, sicuramente abbiamo molti obbiettivi, ci saranno molte novità e
sicuramente nuove partnership”.
Vivendo da vicino i
risultati ed il cammino della squadra: come giudichi il vostro primo scorcio di
campionato?
“Sicuramente si può fare
di più. Non è stato un inizio brillante, ma abbiamo le possibilità e le qualità
per poter sicuramente fare meglio”.
Il tuo rapporto con il
calcio a 5: come e quando ti sei appassionata di questo sport?
“Questa domanda mi fa un
po’ sorridere, me lo chiedono spesso, devo dire che da piccolina a casa si
guardava sempre calcio, partite in tv, sabato la partita di mio fratello e la
domenica quella di mio papà. Come non potevo appassionarmi al pallone? Ho
cominciato a giocare a calcio quando avevo circa 12 anni, poi per un grave
infortunio ho dovuto smettere dopo poco, ma la voglia di tornare in campo è
rimasta, talmente tanta che quando alle scuole superiori ho cominciato a
frequentare la zona di Castelfranco Veneto, sono andata a giocare a calcio a 5
con il Futsal Giorgione, passano poi all’Altamarca e al Monte Futsal. Proprio
nella mia fase da ‘giocatrice’ ho incontrato lo Sporting, dove per puro caso
feci una locandina di un torneo di Natale, e da lì il DG Nicola Baccin mi
promise che dopo poco sarei diventata addetta stampa e social, penso siano
passati due tre mesi e son stata promossa a questo ruolo”.