Nasce MestreFenice, parla Zago: "La riforma dello sport ha pesato. E ai tifosi posso dire che…"

Venerdì 12 aprile 2024 verrà ricordata come una data storica per il futsal italiano, perché il comunicato congiunto di Città di Mestre e Fenice Veneziamestre diramato ieri sera, con l'annuncio della fusione tra i due club, segna la fine di un'era del calcio a cinque veneto e dà inizio a una nuova. Tenendo presente che ulteriori dettagli sul nuovo sodalizio verranno svelati dalle due stesse società nei prossimi giorni, con l'aiuto di Amedeo Zago, attuale presidente della Fenice, abbiamo cercato di rispondere ad alcuni primi quesiti, uno su tutti le motivazioni principali che sono dietro la nascita del nuovo club, MestreFenice C5.

- Cosa ha spinto le due società a unire le forze scrivendo una pagina storica non solo per Mestre ma per tutto il futsal italiano?

"Le due società sono arrivate ad unirsi perché la riforma dello sport, unitamente al livello delle due società che si trovano nel secondo gradino dei campionati nazionali, richiede una compresenza di fattori quali le disponibilità economiche, le capacità gestionali, organizzative, amministrative, e un numero importante di figure sotto gli aspetti tecnici e mansionari che per entrambe non erano sufficienti a sorreggere le società. Considerando inoltre che ci alleniamo e giochiamo nella stessa palestra, lavorando nello stesso territorio a livello giovanile. Ci siamo resi conto che entrambe avevano delle lacune da colmare nei confronti dell'altra, si è così deciso di unire le forze delle due società cercando di creare un ulteriore salto di qualità per ciò che concerne la crescita dei due settore giovanili e magari del movimento intero, già importante qui a Mestre".

- Questa fusione può portare la città nel club esclusivo della Serie A?

"Prima di tutto assestiamo questa nuova realtà e consolidiamo tutto il settore giovanile che ora come ora conta circa 400 tesserati di varie età. Cercheremo di dare il più possibile un miglioramento del servizio che offriamo ai nostri tesserati sia a livello tecnico che inclusivo. Capiamo bene dove ci sarà da migliorare a livello manageriale, tecnico e organizzativo. Una volta individuati e sistemati, cercheremo che il sogno di molti di noi possa avverarsi, anche perché nel frattempo il nuovo palazzetto dovrebbe essere pronto; che poi è uno dei punti cardini per poter ambire a certe categorie".

Nell'incontro di venerdì sera oltre a suggellare l'accordo tra le due società, avete avuto modo di fissare già alcuni paletti in vista della prossima stagione?

"Le società si erano già incontrate più volte per vedere se era fattibile suggellare un accordo tra noi. Visto l'esito positivo, ci è sembrato giusto comunicarlo. Ed è per questo che venerdì sera entrambe le società hanno indetto in contemporanea un'assemblea per comunicare il tutto ai propri tesserati e gli addetti ai lavori. Al momento stiamo studiando le soluzioni migliori per ciò che concerne tutte le varie problematiche, l'unica cosa che mi sento di dire è non ci faremo sicuramente mancare i giovani in prima squadra".

- L'annuncio ha prodotto reazioni contrastanti, da chi vede questa come una grande opportunità per il calcio a cinque mestrino a chi invece trova questa fusione come un po' controversa, specie rispetto alla grande rivalità che ha diviso i due club. Soprattutto a questa parte di appassionati cosa si sente di dire? Come possiamo rassicurare anche i tifosi più scettici?

"Le fusioni da sempre hanno da parte dei tifosi e da parte del mondo del calcio a 5 dei risvolti e sentimenti più o meno contrastanti. Noi speriamo che i più scettici capiscano che quello che si è fatto ha unicamente l'intento di far crescere il mondo del futsal, sia nel Veneto che a livello nazionale. Si parla molto in vari periodi dell'anno che le società dovrebbero strutturarsi in questo o in quel modo per poter creare dei sodalizi che durino negli anni e non che spariscano dopo un quinquennio. Ai tifosi più scettici possiamo solo dire che all'inizio sembrerà strano per entrambe le fazioni ma che sicuramente nel tempo ci daranno ragione".


Lorenzo Miotto






Foto: Cristian Traverso