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25/07/2024 17:36

Regolamenti e autonomia, la Divisione deve far rispettare i suoi diritti: il futsal è solo nostro!

Se da una parte si iniziano a quagliare le squadre che vedremo concorrere nella competizione per l’elezione del nuovo presidente e della governance che guiderà la Divisione Calcio a 5 nel quadriennio 2025/2028 (questo nonostante ancora non sia stata formalizzata nè la data dell’appuntamento alle urne tanto meno ufficializzate le scadenze che segneranno il percorso di avvicinamento alla sessione elettorale), dall’altra si attende con una relativa impazienza il Consiglio di Lega fissato, per come abbiamo appreso, per l’inizio della prossima settimana (potrebbe essere il giorno 29 o 30), dove verranno prese le decisioni che andranno a determinare sia le ammissioni ai campionati nazionali maschili e femminili della stagione 2024/2025, che le bocciature, che il Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5 dovrà poi ratificare nella riunione di mercoledì 31 luglio, durante la quale si definiranno gli organici, le ammissioni, i ripescaggi e verrano varati i gironi dei prossimi campionati nazionali. 

Ma i dati che abbiamo raccolto sin da prima che si chiudessero i termini per le procedure di iscrizione, hanno già chiaramente messo in mostra quelli che sono numeri realmente in rosso riguardanti le squadre che vedremo in campo dalla fine di settembre, quando prenderà il via, primo a farlo, il campionato di Serie A femminile.

Sarebbe davvero imbarazzante dire che i numeri del maschile alla fine sono stati salvaguardati: diciamo che ci vorrebbe un bel po’ di coraggio nel credere che tutto sia a posto quando per la seconda stagione consecutiva l’organico dell’A2 Elite non è stato composto integralmente nemmeno con l’inserimento di due club di A2 (e c’è sempre il posto del Regalbuto da considerare fluttuante, visto che i siciliani - pur perfezionando l’iscrizione all’Elite - hanno chiesto di essere ammessi alla Serie B). Lasciano sbigottiti le dieci caselle complessivamente vuote in Serie A2, che si tamponeranno con tre ripescaggi e cinque ammissioni dalla B e con l’organico che resterà orfano ancora di due unità. 

Ma credere che il “pienone” che farà registrare la Serie B sia un successo è quanto di più incredibilmente sbagliato si possa dire: i numeri in nostro possesso riferiscono che al momento le squadre facenti parte della cadetteria sono 88, otto in meno di quanto contemplato dal comunicato numero 1, tanto che il rischio consolidato è la definizione di otto gironi da undici squadre ciascuno, vista la disposizione dettata dalla LND di non procedere col ripescaggio di coloro che, non aventi diritto, hanno goduto del beneficio nelle tre stagioni antecedenti (al contrario, considerando anche le sette società al momento escludibili, più il Regalbuto ovviamente, l’organico si chiuderebbe a 96).

E il femminile? Non si salva la Serie A, che ha perso il Pero e si svilupperà in un girone unico da 13 squadre; letteralmente bocciata la Serie B, che al -25 unità rispetto al massimo di 60 iscritte previste sempre nel comunicato numero 1, ha perso per strada anche la Palmese e potrebbe veder erodere l’organico da eventuali dinieghi della LND sulla base dei pareri motivati dalla Covisod ai ricorsi di chi è stato congelato dopo la chiusura delle iscrizioni. Con la posizione del Pero ancora da vagliare (ha chiesto di ripartire dalla Serie B) e tre sole domande di ripescaggio sul tavolo (rispettivamente di Prato, CLT Terni e Lady Mondragone), c’è veramente ben poco da sorridere. Anzi, per niente!

LA DIVISIONE E L’AUTONOMIA - Ma l’aspetto per certi versi determinante in questo contesto sarà la necessità di far valere in sede consiliare le regole che la stessa Lega Nazionale Dilettanti riconosce per la Divisione Calcio a 5, riportate in quell’articolo 20 del Regolamento della stessa LND che testualmente dice:

La Divisione Calcio a Cinque è dotata di autonomia organizzativa ed esercita le funzioni amministrative e di gestione delegate dalla L.N.D. In ogni caso, la F.I.G.C. e la L.N.D. favoriscono e riconoscono alla Divisione Calcio a Cinque l’autonomo reperimento di risorse finanziarie e di contributi finalizzati al sostegno delle proprie attività, con vincolo di destinazione di tali risorse e contributi alla medesima Divisione”.

Ma non solo: tutto questo è stabilito dallo Statuto della FIGC, che all’articolo 10 comma 3, riporta in maniera pressochè identica quanto scritto nell’articolo 20 del regolamento LND!

Ora davanti a una simile determinazione cosa bisognerebbe pensare? Che la Divisione Calcio a 5 può fare di testa propria, vista l’autonomia organizzativa demandatagli dagli organismi istituzionali superiori. E allora, domandiamo noi, per quale motivo la Lega Nazionale Dilettanti deve imporre il mancato riconoscimento di quelle domande di ripescaggio e ammissione alla Serie B, quando la Divisione, per la definizione e l’organizzazione della propria attività agonistica, può decidere come e cosa fare indipendentemente da quello che dice il Quarto Piano? La credibilità di chi occupa la stanza dei bottoni a viale Tiziano adesso si misurerà, per come la vediamo noi, proprio nel comportamento da tenere in risposta agli obblighi fissati dal Consiglio di Lega nell’ultima riunione dell’assise di piazzale Flaminio. 

Davanti a questa azione, che chiaramente punta a indebolire la già delicata posizione della Divisione Calcio a 5 nello schieramento della LND, l’attuale governance ha il dovere (perchè il diritto già gli viene riconosciuto dall’articolo 20 e dallo stesso Statuto federale all'articolo 10 comma 3) di far rispettare la sua autonomia organizzativa e operare per il consolidamento dell’organico della Serie B nei modi che ritiene più congruo. Quindi, impugnare a spada tratta quanto dicono le regole di “mamma” LND e farle rispettare. Perchè il paradosso è proprio questo: le regole sono scritte ma non vengono applicate ed ora più che mai la Divisione ha il dovere di invertire la rotta e di far rispettare quanto è statuito proprio ed esattamente dal Regolamento LND. 

Se questo non accadrà ci troveremo davanti a un’istituzione del futsal evidentemente succube di quello che vogliono imporre i Comitati Regionali, di fatto legittimati a mettere voce nelle cose di viale Tiziano al contrario di quello che la Divisione Calcio a 5, invece, non fa. E detto onestamente, per la nostra disciplina doversi considerare subalterna al volere di altri nelle questioni di casa propria, sarebbe la più pesante e inaccettabile delle sconfitte!