Sporting, è qui la festA2. Ortega, genio senza regole: ''Questa squadra ha la vittoria nel sangue''

La stagione appena andata in archivio lo ha visto tra i protagonisti, grazie al notevole contributo realizzativo che ha assicurato alla causa dello Sporting Sala Consilina nella corsa alla Serie A2. Renè Soares Ortega, zitto zitto, la sua trentina (e passa) di reti le ha messe a segno, dimostrando che a ogni latitudine e categoria il suo rendimento a livello di prolificità è garantito. Ma che valutazione da alla sua stagione il diretto interessato?


“Sono soddisfatto per la stagione disputata a livello personale - risponde compiaciuto Renè. - Una stagione che secondo me è stata una delle più difficili di questi ultimi anni, sia per il campionato molto competitivo ma anche per la situazione del Covid”. 


Tante le partite in cui Ortega ha fatto sentire il tuo peso, una in particolare verrà ricordata: quella con lo Junior Domitia, battuto grazie ai suoi cinque gol. E resterà indimenticabile l'abbraccio di Ortega a Brunelli, infortunato (nella foto di Giuseppe Palmieri).


- Renè, cosa ricordi di quella partita e cosa ti ha trasmesso quell'abbraccio con il tuo compagno ma anche con il tuo "rivale" nella corsa al titolo di bomber della squadra?


“Quella partita personalmente resterà sempre presente nei miei ricordi, per la mia prestazione e anche perché era una partita difficile, dove non c’era il mio compagno di ruolo, Brunelli. L’abbraccio era per farlo sentire presente, anche se non era in campo: Leo è un grande giocatore e ha davanti una strada enorme nel calcio a cinque. Io, poi, sono uno che in partita, più che al gol, pensa sempre al bene della squadra, se segno e aiuto la squadra per me è normale. Anzi, mi fa ancora più piacere”.


- E' stata una stagione diciamo divisa in due: una prima parte dominata su tutti i fronti, una seconda in cui hanno pesato diversi aspetti legati agli infortuni, al Covid, alle tante partite importanti ravvicinate, come quelle con AP, Domitia e Benevento. In cosa il gruppo ha saputo eccellere per superare le tante difficoltà che si sono presentate lungo il percorso?


“Come ho già detto, il campionato già di suo era molto competitivo e poi il Covid, che ci ha fermati a poche settimane dalla fine, è stato un gradino in più da dover essere superato. La squadra si era presa un impegno sin dall’inizio, ossia vincere il campionato. L’impegno della società non è mai venuto meno, per cui era un nostro dovere ricompensare la dirigenza sul campo, con la conquista della Serie A2”.


- Qual è stata la caratteristica (o le caratteristiche) che hanno permesso allo Sporting di primeggiare in un girone così difficile? Ti attendevi di andare va giocare in una squadra di così elevato spessore quando si è manifestata questa opportunità?


“Già dal primo giorno la squadra voleva vincere il campionato. Qui ho trovato dei giocatori abituati a vincere e poi, giocare in un gruppo di questo spessore, mi ha dato ancora più voglia di dimostrare il mio valore. Perché in una squadra così forte devi dimostrare ogni giorno di che pasta sei fatto sei vuoi rimanere sempre in prima fila”.


- Cosa c'è nel futuro di Ortega? E possibile rivederti all'opera con la maglia dello Sporting anche il prossimo anno in A2 o il tuo spirito ti porterà a valutare nuove esperienze, visto che in passato hai avuto la possibilità di giocare con tante squadre anche ai massimi livelli nazionali?


“E’ vero, nel mio curriculum ci sono tante squadre, anche di Serie A, e oggi sono al Sala. La maglia dello Sporting? Certo che vorrei ancora indossarla ed è ovvio che la voglia di rimanere c’è… ma è ancora tutto da vedere”.