C’è un detto che dice: tutto è bene quel che finisce bene. Ricardo Tutilo può dirlo forte che è proprio così. Perchè l’allenatore del Barcellona Futsal, che tutta l’Italia del pallone a rimbalzo controllato conosce per i suoi precedenti agonistici dal Nord al Sud della Penisola, qualche giorno prima di ripartire per il Belpaese… se l’è vista brutta. E lo spavento è stato forte. E così Ricardo?
“Si, è vero. Stavo per tornare in Italia, il 24 di settembre, ma il 19, che era sabato, ho iniziato ad avvertire un fastidio alla gamba destra, ma li per lì non gli ho dato granché peso, tanto che il giorno dopo sono andato a giocare con gli amici per salutarli, quando, dopo aver fatto uno scatto, mi è mancata aria a quello punto sono uscito mettendomi da parte. La domenica sera avevo il polpaccio destro gonfio, la mattina del lunedì non riuscivo più ad appoggiare la gamba per terra e sono andato in ospedale: lì mi è stato diagnosticato un trombo venoso profondo con tanto di embolia polmonare. Sono stato 5 giorni in terapia intensiva e sarei potuto tornare in Italia solo dopo aver fatto un intervento per mettere un filtro nella vena cava per impedire che il trombo potesse risalire. Ora posso dire che sto bene”.
- Comunque sia, ha preceduto il tuo rientro in Italia tua moglie Cristiane che ha curato la preparazione atletica della squadra. Soddisfatto del lavoro che ha svolto in tua assenza?
“Esatto, abbiamo pianificato tutto insieme. Lei è la preparatrice atletica e la maggiore parte di questo mese di settembre toccava a lei lavorare, la mia parte era relativa. Comunque ci sentivamo online, facevamo spesso videochiamate e lei attraverso un auricolare passava le Informazioni che io davo. Non è stato facile però Cristiane è una donna fantastica, è riuscita a fare la parte sua e la mia con maestria: sono contento del nostro lavoro, pure essendo stato svolto a distanza”.
- Come hai visto il gruppo nel test con il Canicattì? La società ha abbracciato in pieno la linea verde, sei fiducioso per la crescita dei tuoi giovani?
“Abbiamo avuto un problema al pulmino durante il viaggio e siamo arrivati in ritardo e stanchi. Comunque abbiamo giocato un’ottima gara: la parte fisica si è vista, abbiamo creato tante occasioni da gol, abbiamo sofferto in difesa ma è normale affrontando una squadra di categoria superiore che ha tanta qualità ed esperienza. Sono fiducioso e contento per il lavoro svolto: la nostra è una squadra giovane che può solo migliorare. A proposito, voglio ringraziare il Canicattì per l’ospitalità riservata, persone bravissime veramente”.
- Gran parte del gruppo ha affrontato la prima gara di Coppa della Divisione con la Gear: le tue aspettative per il prossimo impegno di mercoledì a Melilli e quanto sarà utile per i tuoi ragazzi confrontarsi con avversari che hanno avuto già la possibilità di giocare in Serie A?
“I ragazzi erano entusiasti di giocare la Coppa della Divisione. Abbiamo iniziato bene, il primo tempo l’abbiamo chiuso sul 3-1, però nel secondo siamo calati fisicamente: siamo ancora in piena preparazione, tra altro eravamo in pochi per colpa di alcuni tesseramenti non riusciti a chiudere in tempo. Sappiamo che sarà dura giocare contra una squadra di Serie A2 Elite come lo è stato contro una di A2, però ci siamo comportati bene e questo mi fa sperare in una partita altrettanto convincente contro il Melilli”.