
19/06/2023 15:10
Sulla vittoria dello storico scudetto da parte della Feldi Eboli non è affatto sbagliato dire che una buona fetta di meriti ce li abbia il direttore tecnico Marcello Serratore. Sempre presente in ogni momento della stagione, è stato il vero braccio armato del presidente Di Domenico, colui che ha seguito le direttive del club ottimizzando costi e necessità e plasmando, interpretando le richieste di Salvo Samperi e arrivando a costruire la squadra che ha messo le mani sul 39mo scudetto del futsal italiano.
- Marcello, complimenti. Intanto che cosa hai provato nel momento in cui la sirena finale ha suonato decretando la vittoria della Feldi? Cosa ti è passato per la testa in quell’istante?
“In quel momento, ho rivisto i miei 30 anni nel calcio a 5 iniziati nella mia Gragnano e quindi, il coronamento di un sogno ambito, desiderato e, assolutamente meritato”.
- Hai visto coronare un progetto nato nella stagione post Covid in cui hai dimostrato non solo sagacia e oculatezza nelle scelte, ma hai anche saputo intercettare la tendenza di una Serie A che la riforma ha di fatto trasformato e che tu sei riuscito di fatto ad anticipare puntando su italiani e formati di valore, soprattutto affidabili. Sei concorde?
“Le scelte fatte, sempre di comune accordo col presidente Di Domenico, alla fine ci hanno dato ragione ma anche nelle annate precedenti, seguendo sempre le disposizioni tecnico-tattiche dell'allenatore, abbiamo sempre accettato di metterci la faccia, nel bene e, soprattutto, nel male senza mai nasconderci. Abbiamo in particolare scommesso su profili che in tanti pensavano non adatti alla categoria ma che, alla fine, hanno dimostrato di poterci stare alla grande”.
- Lo scudetto è stato vinto dalla squadra più equilibrata e meglio ottimizzata nel rapporto giocatori/ruolo? Quali sono state le peculiarità che secondo te alla fine hanno fatto la differenza?
“È la prima volta che è stato confermato il maggior numero di giocatori della stagione precedente e, forse, questo ha fatto la differenza, soprattutto perché sotto la stessa guida tecnica e atletica”.
- Rivivendo la stagione c’è stato un momento in cui hai pensato che la Feldi se la sarebbe potuta giocare tranquillamente per il titolo? Oppure anche quando è arrivata in vetta alla classifica, hai ritenuto che lo scudetto sarebbe rimasto un sogno?
“Quando siamo arrivati in vetta è stato immediatamente dopo la delusione di Coppa Italia e, ironia della sorte, il calendario ha messo di fronte le due deluse dalla kermesse, noi e il Napoli. Vincendo quello scontro diretto siamo arrivati primi in classifica per poi avere un altro periodo di appannamento. Personalmente, quando abbiamo perso gara-1 delle semifinali contro il Napoli giocando in quel modo convincente e propositivo, lì ho iniziato a pensare che se avessimo giocato con quella qualità, potevamo farcela, e così è stato”.
- L’anno scorso in Champions entrando dalla porta di servizio al posto dell’Italservice rinunciataria. Quest’anno tra le prime 16 d’Europa passando per la porta principale. Le tue sensazioni? Che Feldi possiamo aspettarci per l’appuntamento con la Champions?
“Tra le prime 16 ci siamo arrivati dopo aver dominato il Main Round di Champions in Lituania dove nessuno, e sottolineo nessuno, ci dava una minima chance anche per la questione riforma. Invece abbiamo dimostrato di essere i più bravi. La prossima, sarà ancora più difficile in quanto avremo ancora di più difficoltà nell'allestimento di una rosa europea, ma ce la godremo ugualmente, meritatamente e orgogliosamente, ancora una volta, per avere il privilegio e l'onore di rappresentare tutta l'Italia del futsal in Europa per il secondo anno consecutivo”.
- Sei da tempo al lavoro per capire dove intervenire sul mercato per rimpiazzare tutti i giocatori che hanno deciso di cercare diciamo nuove esperienze rinunciando a difendere il tricolore e a giocare la Champions. C’è un roster di fatto da ricostruire: perché la società non è intervenuta per bloccare sul nascere quella che a breve si tramuterà in una emorragia?
“Noi abbiamo una nostra linea che, seguiamo indipendente da riforme o altro. Chi sposa il progetto Feldi Eboli non deve farlo solo per soldi ma anche per tutto ciò che il presidente Di Domenico fa per tutti noi, in qualità di serietà, tranquillità, correttezza, onestà, sincerità e affetto verso tutti. Chi pensa invece solo alla parte economica, non può far parte di questa grande famiglia chiamata Feldi Eboli. Mi fa piacere constatare che in questi anni tantissimi nostri ex giocatori abbiano trovato nuove sistemazioni con contratti ‘faraonici’ rispetto a quando erano con noi, a dimostrazione che quando li abbiamo scelti siamo stati bravi, a differenza di altri che, solo dopo di noi, li hanno notati e per portarli via hanno dovuto fare proposte indecenti. Dico da sempre, direttori, allenatori, giocatori vanno e vengono ma, l’unico elemento insostituibile per la Feldi Eboli resta, sempre e solo, Gaetano Di Domenico”.
- Su quali percorsi indirizzerai le tue strategie considerando che comunque ci sarà da immettere due se non tre “non formati” e trovare degne alternative ai tre formati che saluteranno Eboli?
“Sotto le indicazioni di mister Samperi, vedremo come sempre di coniugare necessità tattiche con quelle di budget, in modo da allestire una rosa dignitosa da poter affrontare il prossimo campionato nel miglior modo possibile. Da quello che si sente in giro, ci saranno delle vere e proprie corazzate che, oltre al fattore economico, metteranno in campo degli squadroni fortissimi. Noi seguiremo il nostro percorso fatto di inventiva e progettualità”.
- Quanto è stato importante per il progetto Feldi riuscire a trattenere Salvo Samperi rinunciando nientemeno a Fulvio Colìni che avrebbe dovuto prendere il suo posto?
“Salvo Samperi era già il nostro allenatore anche per la prossima stagione. Poi, avendo ricevuto una proposta importante per entrare in un progetto di calcio a 11, e compatibilmente avrebbe anche potuto fare entrambe le cose ma non con noi, ci ha comunicato prima dei playoff di voler provare questa nuova esperienza. Dopo di questo, si sono create le condizioni per portare ad Eboli mister Colini, il quale per molti era già accasato altrove ma, in effetti, ancora libero. Dopo un periodo in cui i colloqui e confronti con mister Colini erano diventati fittissimi sulla costruzione e le criticità della rosa, nella massima tranquillità, trasparenza, rispetto ed onestà, abbiamo convenuto di comune accordo che forse non era il momento idoneo per fare questa cosa insieme ad Eboli e, quindi, abbiamo deciso che forse era meglio non iniziare in queste condizioni. Ma la stima tra le parti resta immutata e, con buona pace per tutti, siamo contenti che ognuno abbia preso la propria strada e decisione, come quella di Salvo Samperi di voler continuare il percorso lavorativo con noi ad Eboli e, chiaramente, ne siamo tutti molto contenti”.
- Infine uno sguardo alle sfidanti della prossima Serie A prendendo come spunto il futsalmercato: da chi dovrà guardarsi maggiormente la squadra campione d’Italia nella lotta per difendere il titolo?
“Per me, Napoli, Olimpus, Genzano, Fortitudo Pomezia ed L84 faranno un campionato a parte, tra budget enormi e rose fuori mercato. Mentre noi faremo di tutto per restare sempre nel novero delle prime otto, in modo poi da giocarci i playoff nelle migliori condizioni possibili”.