18/04/2021 12:10
Forse con un po' più di sofferenza del previsto, ma alla fine l’Olimpus Gruppo LF il traguardo l’ha tagliato. Era comunque una semifinale, il Polistena è stato piegato e adesso per la squadra capitanata da Federico Di Eugenio arriva la sfida delle sfide, la finale contro il Napoli.
“Più sofferta del previsto direi di no, bisogna essere oggettivi - risponde deciso il capitano dei Blues. - Loro sono una grande squadra, l’hanno dimostrato nel primo turno. Ci indicavano tutti come favoriti, ma questo è accaduto perché ce lo siamo meritati. La partita è stata nostra fin dall’inizio. Loro senza dubbio, ripeto, grande squadra con buone rotazioni, ma noi siamo stati più bravi”.
Adesso che finale ti aspetti?
“Forse era la partita che tutti avrebbero voluto vedere, ma dovevamo guadagnarcela entrambe sul campo. Abbiamo fatto bene, arriviamo ambedue cariche e sarà un’altra battaglia come accaduto negli primi due turni, mai facili per nessuno. Conteranno l’emotività, l’esperienza, la fortuna, che fa parte di questo gioco, insomma, ogni cosa sarà fondamentale per portare a casa la coppa”.
A Federico Di Eugenio non si può certo porre una domanda sulla strepitoso momento di Alessio, il fratello che ha visto crescere ed esplodere con la palla al piede. Ma guai parlare di Alessio come una rivelazione o, peggio ancora, una sorpresa.
“Molta gente è sorpresa? Io no. Alessio lo vivo da sempre, sono sempre andato a vederlo e poi negli ultimi sei anni abbiamo giocato assieme. Le qualità che ha Alessio non sono nuove per me. Lo sono forse per gli altri, ma solo perché non abbiamo fatto dei campionati di rilievo negli ultimi anni. Ha ricevuto la meritatissima convocazione in Nazionale, dopo grandi prestazioni e minutaggi importanti. Gente come lui, come Simone (Achilli, n.d.r.) sono utili all’Olimpus e possono esserlo anche all’Italia”.
Una vetrina guadagnata con la forza della volontà, perché riprendere dopo un serio infortunio che lo ha bloccato quasi per due anni e arrivare sino all’azzurro non è affatto da tutti.
“Siamo stati venti mesi a tribolare, non ci siamo però demoralizzati. Lui non ha mai mollato, io non gliel’avrei mai permesso. L’ho accompagnato personalmente dal fisioterapista. Sapevo che cosa sarebbe divenuto”.
Un leader per il futuro dell’Olimpus. Anche se la fascia, ora, al braccio la porta Federico Di Eugenio, il fratello maggiore. Come a dire… di strada ce ne è ancora da fare. E intanto, oggi, testa al Napoli: il double è dietro l’angolo.