
27/05/2022 18:11
Anche per il Balça sarà il battesimo sulla scena nazionale. Dopo una stagione di battaglie sportive con la Real Casalgrandese, vittoriosa prima in Coppa Italia regionale (proprio in finale sui bolognesi) e poi in campionato, la squadra di Velimir Andreijc ha finalmente in mano l’opportunità di prendersi la scena in una vetrina che può spalancare le porte della cadetteria anche ai rossoblù. proprio con Vezza Andreijc abbiamo affrontato il discorso riguardante il primo atto di questo "nuovo" campionato che si gioca su due soli step.
- Iniziate dal doppio confronto con il Cerreto d'Esi, squadra che già nella fase nazionale di Coppa Italia mise in non poco imbarazzo la Casalgrandese. Quali sono le difficoltà di questo confronto che dovrete gestire sulla base delle due partite, con il ritorno nelle Marche, e come lo avete preparato in un periodo in cui ha soprattutto pesato il fatto di non aver potuto disputare gare ufficiali?
“La difficoltà è che giochiamo contro una squadra di buonissimi giocatori, anche di esperienza, mentre noi siamo una squadra giovane che per la prima volta si affaccia a giocare questo tipo di partite, magari potendo disporre di giocatori che hanno già giocato questo tipo di partite tanto tempo fa con le giovanili del Kaos. Ci siamo allenati bene ma sicuramente tre settimane senza giocare partite vere e tenere il ritmo gara può essere un problema, anche se credo che riusciremo velocemente a riprenderlo dopo il fischio iniziale”.
- Tu hai affrontato tante sfide particolari come quella ad esempio di un playoff. L'esperienza come ti ha portato a gestire situazioni ed aspettative di un gruppo che sa di trovarsi davanti al crocevia decisivo di tutta la stagione?
“Queste partite generano pressione, ma la pressione giusta, quella che se non l’hai è meglio anche a non provare a giocare con gli amici. C’è comunque la motivazione per confrontarci con altre realtà fuori dalla nostra regione”.
- Velimir, un giudizio sulla stagione del Balça: avete tenuto testa a lungo alla Casalgrandese che vi ha battuto anche nella finale di Coppa Italia, però siete stati sempre sul pezzo fino all’ultimo istante di ogni competizione. Soddisfatto oppure cosa è mancato alla squadra che non gli ha permesso di spuntarla?
“Sono stato sorpreso dalla tenuta mentale dei ragazzi, perchè non è facile arrivare lassù in classifica… ma è ancora piu dificile rimanerci. Tutta la squadra ha preso il Covid, ed abbiamo avuto qualche difficoltà a ritrovare la condizione: magari, se avessimo potuto affrontare sia la Coppa che lo scontro diretto in condizioni migliori la storia sarebbe stata diversa. Ma con questo non voglio diminuire i meriti della Casalgrandese: hanno costruito squadra per vincere mentre noi abbiamo cercato di mettere le basi per poter costruire qualcosa che durasse nel tempo: stare e giocarsela fino all’ultima giornata, perdere una sola partita in tutto il campionato, pareggiandone tre e soprattutto offrendo un discreto livello di gioco e mostrando una evidente crescita individuale, sono tutti aspetti che portano a giocare questa partita contro il Cerreto ritenendolo il giusto premio al lavoro e ai sacrifici che i ragazzi hanno fatto in questi nove mesi”.