
Il Naonis, dopo aver raggiunto la Serie B per la prima volta nella sua storia, chiaramente, oltre a puntare ancora sui giovani di casa, ha dovuto anche mantenere una certa dose di esperienza nel roster di mister Criscuolo. Così, nonostante addii importanti come quelli di Paulinho e Otero, i neroverdi possono comunque contare su un senatore d'eccezione. Infatti, a ben 60 anni (61 a ottobre) il buon Stefano Verdicchio, di ruolo portiere, non ha voluto rifiutare l'ennesima sfida della sua carriera, rafforzando ancora di più il proprio status di "highlander" del calcio a 5 friulano.
Dopo una quindicina di stagioni nel calcio a 11, a inizio anni '90 Verdicchio entra nel mondo del futsal, proteggendo i pali del Maniago in Serie C che difenderà per quasi due decenni. Nel 2008 poi il passaggio all'ambizioso Pordenone, seguito da una seconda vita al Maniago inframezzata da una parentesi al Tavagnacco (tra l'altro a Maniago, come ci racconta, condivide lo spogliatoio con i figli Samuele e Federico: un'esperienza che Stefano definisce "fantastica, una gioia e una fortuna"); infine l'esperienza all'Udine City, fusosi in seguito con l'Hemptagon. Il suo palmares vanta due Coppa Italia regionali, una Coppa Regione e diverse qualificazioni ai playoff, oltre alla vittoria di un campionato di C a Udine. Ora una nuova avventura, questa volta alla corte di mister Giuseppe Criscuolo.
"Accettare di andare al Naonis non è stato difficile, anzi, proprio per niente - ci racconta Stefano quando gli chiediamo le premesse della nuova pagina della sua carriera -, anche perché è una società seria ed ha un bel progetto alle spalle. Ricoprire una piccola parte di questo progetto mi riempie il cuore oltre che darmi il massimo degli stimoli".
Insomma, anche a 60 anni l'entusiasmo è sempre lo stesso. Merito suo e di una calorosa famiglia…che sta seguendo le sue orme alla grande.
"D’altronde - prosegue Verdicchio - ho la stessa voglia di quando ho iniziato ed è per questo che ancora continuo, malgrado in passato abbia avuto qualche infortunio senza però mai mancare alle partite. La voglia di mettersi in gioco non è mai passata, finché il fisico regge...Inoltre, non è cosa da poco avere il supporto della mia famiglia e soprattutto quello di mia moglie che mi ha sempre appunto supportato e sopportato in tutti questi anni di impegni. In più, avendo anche mio figlio Federico che gioca come portiere in Serie A2 con il Maccan Prata, dovrò pur dare l’esempio, no?".
Ma cosa c'è dietro alla scelta di accettare la proposta del Naonis, e soprattutto dietro la decisione di essere ancora in gioco a questa età? Sia l'idea di poter rappresentare un punto di riferimento per i più giovani o anche il fatto di affrontare una nuova sfida personale? Qualcosa prevale? Verdicchio è piuttosto chiaro in proposito.
"Non c’è una prevalenza sul fatto di mettersi in gioco o essere un punto di riferimento; diciamo che tutto va a pari passo. Io cercherò di dare il massimo per aiutare i giovani e se loro traggono benefici nel vedermi lottare con intensità e nello starmi accanto, io non posso che esserne contento".
Insomma, 60 anni e non sentirli. Forse perché Verdicchio, come dice lui stesso, mantiene ancora acceso il fuoco della proverbiale pazzia che contraddistingue i portieri.
"Se qualcuno mi ha mai consigliato di smettere? Sì, qualcuno sì, vista l’età, ma non erano addetti ai lavori. Io alla fine - ci racconta sorridendo - cerco di dimostrare in campo che si sbagliano. Si dice che chi gioca in porta deve essere un po’ pazzo: evidentemente lo sono ancora".
l.m.