
06/05/2023 09:00
Dopo la promozione in A2 della passata stagione, non si
poteva non ripartire dalla guida tecnica di mister Giuseppe Castiglione. Fiducia
totale della società che anche nei momenti più difficili, in particolare nel
girone di andata, ha sempre supportato il proprio tecnico e lui ha ripagato come
ormai è consuetudine in questi anni, conducendo con pieno merito la squadra all’obiettivo
prefissato.
Mister, una salvezza sudata, ma alla fine strameritata: le
sensazioni a livello personale, tu che ci tieni particolarmente a questi colori
al di là del… rimbalzo controllato.
“La responsabilità del primo anno in un campionato così
prestigioso era tanta e il peso del mio essere canicattinese nel DNA ha
peggiorato il tutto (ride, ndr). Credo che al di là del peso delle 10 sconfitte
consecutive (e solo una dirigenza ‘pazza’ con un presidente ‘pazzo’ potevano
non esonerarmi) il mio Canicattì non ha particolarmente subito in modo netto
gli avversari, fatte le dovute eccezioni. Mi riferisco alla gara col Benevento,
dove siamo andati con cinque under, tre infortunati in panchina solo per
riempire la distinta, ed altri infortunati presenti in tribuna; ma anche alle
partite casalinghe con Manfredonia e Cosenza. Aggiustato il tiro della
consapevolezza di essere in un campionato con giri motore elevatissimi, i
ragazzi hanno disputato un cammino in linea con l'obiettivo principale. Ma sono
anche consapevole e mi assumo le responsabilità nel sostenere che nel complesso
mi mancano circa 12 punti, che avrebbero dato un valore e uno stimolo diverso a
tutto il gruppo”.
La tua squadra nel girone di ritorno ha dimostrato di aver
superato brillantemente lo “scotto” della categoria che probabilmente (insieme
agli infortuni) ha condizionato il girone ascendente…
“Avevamo previsto un po’ tutto e non ci siano sbagliati di
molto. Analizzo la prima partita con l’Itria. Arriviamo storditi dal viaggio,
riposiamo male, anzi malissimo. Primo tempo assenti completamente. Secondo
tempo la trasformazione e il ragionevole rischio di vincere. Lì c'è tutto il
cammino: pagare ogni inizio e riprendersi dopo tre-quattro sberle. Ogni partita
così. Abbiamo progressivamente aggiustato
il tiro. Correggere le disattenzioni iniziali, correggere le intensità
difensive, cercare di migliorare l'impianto di gioco, insomma, se ci fosse
stato un altro girone di incontri, avremmo detto la nostra”.
Non era facile questo traguardo all’interno del girone,
forse, dal tasso tecnico più elevato viste la composizione dei vari roster.
Cosa ha fatto la differenza secondo te?
“Non è facile commentare il nostro cammino rispetto a quello
delle altre squadre, perché il divario di punti direbbe altro, ma come espresso
precedentemente non è veritiero. Le altre squadre, avendo obiettivi di vertice
e comunque in prospettiva di arrivare in zona play-off per la A2 Élite, erano
strutturate in modo completamente diverso rispetto a noi. Roster formati da campioni
del mondo, atleti che in altre nazioni hanno giocato nelle massime serie;
roster devastanti come il Sala, roster con stranieri che hanno fatto gol a
profusione. Un gran bel vedere comunque. La differenza indubbiamente la fa
tutto l'insieme delle componenti”.
La chiosa del tecnico.
“Sono certo che qualsiasi sarà il mio destino o il mio
cammino, i giocatori, lo staff, i dirigenti, tutti insomma, dobbiamo essere
contenti di questa nostra prima esperienza. Forza Canicattì!”.