
20/04/2021 13:34
C’è un aspetto di carattere tattico che forse più di qualsiasi altra cosa ha lasciato il segno sulle scelte di Daniele D’Orto nella preparazione della finale di Coppa Italia con il Napoli: la rinuncia ad Alexandre Ghiotti. Sia chiaro, sottolineiamo il forse: nessun processo né alle intenzioni tanto meno alla decisione di tenere fuori il difensore che, tra i tanti titoli vinti, è stato anche campione d’Europa con il Montesilvano nel 2011, però quando nel dopo-partita, subita la severa lezione dal Napolli vincitore per 5-0, il tecnico ha cercato di analizzare i motivi del flop, non poteva non esimersi da un velato mea-culpa per non aver inserito Ghiotti nella lista dei dodici.
“La scelta di rinunciare a Ghiotti? Se tornassi indietro… non la rifarei”.
E puntualizza.
“Non è per Chimanguinho, ci avrebbe dato una grande carica”, soprattutto avrebbe potuto essere la mossa giusta per limitare gli spazi a Fortino, che ironia della sorte nella finale ha ceduto la palma del MVP a Vitor Renoldi, colui che l’Olimpus lo ha mandato al tappeto con una doppietta a cavallo tra i due tempi.
Ma la verità, è D’Orto lo sa bene, è un’altra. La macchina perfetta, quella che aveva demolito l’Atletico Nervesa nei quarti e giocato di pazienza per eliminare il Polistena in semifinale, stavolta s’è ingolfata. Chi avrebbe potuto mai credere che l’Olimpus la finale la bucasse così clamorosamente? E le scelte sui giocatori c’entrano in minima parte.
“Un black out totale e inspiegabile, purtroppo non siamo proprio scesi in campo - ammette Daniele D’Orto sintetizzando il suo pensiero. - Non mi aspettavo certo questa finale. Se avessimo giocato come col Polistena, sarebbe andata differentemente”.
Nonostante il trattamento-gabbia riservato a Dimas e Jorginho, che contro il Napoli, oltre la buona volontà, non sono riusciti a fare, senza mai creare problemi a Ganho.
Restano le parole di Andrea Verde a rendere più digeribile il pomeriggio del PalaSavelli.
“Anche se la sconfitta in una finale di Coppa è amara, non può oscurare una stagione che è stata perfetta”.
E allora, a questo punto, aspettiamo la prossima Serie A per rivivere Olimpus-Napoli: nuovi scenari, nuove situazioni, nuovi interpreti, ma il fascino resterà quello della sfida delle sfide.
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