11/05/2023 10:20
Sono almeno un paio di giorni che il sito della Divisione Calcio a 5 pubblica, dando anche un particolare risalto alla notizia tanto - appunto - da non passare inosservata, che quest’oggi (alle ore 12) si riunirà la Corte Sportiva d’Appello per decidere sul ricorso presentato dal Petrarca contro la decisione del giudice sportivo della Divisione di omologare il risultato della partita Fortitudo Pomezia-Petrarca giocata lo scorso 259 marzo, sul campo terminato con la vittoria dei pometini per 4-1, rigettando le motivazioni addotte dal club di Paolo Morlino.
Prima di entrare nel merito del ricorso per spiegare in maniera sommaria e semplice la questione, non possiamo non esentarci dal fare una riflessione. Non bisogna certamente avere una laurea in conoscenza delle NOIF, tanto meno bisogno di sottolineature ed evidenziature, per capire che dall’esito del ricorso dipenderà la definizione della classifica finale del campionato di Serie A relativamente alla decima, undicesima e dodicesima posizione; ma non era mai capitano in passato, nemmeno in circostanze di altrettanta importanza, che la comunicazione ufficiale di piazzale Flaminio puntasse la propria attenzione su questo tipo di argomento, quasi fosse un passaggio storico per l’istituzione: il ricorso alla CSA da parte di una società. Certo, stiamo parlando di una decisione che stabilisce una squadra che deve retrocedere ufficialmente e due che dovranno giocarsi la salvezza, ma francamente questo aspetto ci ha indotto delle perplessità, indipendentemente da chi alla fine avrà ragione.
Ad ogni modo, va anche detta una cosa: statuito che oggi si discute in CSA il ricorso del Petrarca, ma di cosa stiamo parlando? Perché la cosa altrettanto curiosa e che nessuno, e ci riferiamo anche a chi ha ripreso la nota stampa istituzionale dandogli altrettanta rilevanza, non ha spiegato perchè il Petrarca ha deciso di ricorrere alla Corte Sportiva d’Appello. Il perchè lo spieghiamo in maniera molto semplice e sintetica, evitando di addentrarci in questioni legislative che vanno a intrecciarsi ad altre di carattere normativo sportivo, che costituiscono appunto il motivo del contendere.
I fatti dicono che il Petrarca ha presentato il ricorso originario per la partita di Pomezia (che non rientrava tra quelle soggette ai termini di procedura abbreviate) contestando alla società di casa di aver fatto giocare nella gara del 25 marzo 12 giocatori reduci dal Covid ma che, a sua detta, sarebbero risultati sprovvisti della certificazione di idoneità - il cosidetto Return to Play - che nella sostanza è quel documento che, riferendosi al Protocollo Covid, attesta la guarigione dell’atleta e ne consente la ripresa dell’attività. Dal canto suo, la Fortitudo Pomezia ha eccepito su quanto contestato dal Petrarca e, per farla breve, il giudice sportivo - enunciando tutta una serie di riferimenti normativi - alla fine aveva respinto il ricorso padovano omologando il 4-1 del campo.
LEGGI QUI IL COMUNICATO N. 958
La sentenza di primo grado non è andata evidentemente giù al presidente Morlino che si è appellato alla CSA, pur comprendendo che le tempistiche erano ridotte, ribadendo sostanzialmente le tesi delle proprie convinzioni. Tesi sulle quali, appunto, oggi si esprimeranno i giudici della Corte Sportiva d’Appello: a mezzogiorno sapremo come andrà a finire.
GLI EFFETTI SULLA CLASSIFICA - La decisione della Corte Sportiva d'Appello stabilirà, come accennato, la classifica finale del campionato di Serie A. Se verranno riconosciute le motivazioni del Petrarca, la CSA potrebbe infliggere la sconfitta a tavolino alla Fortitudo Pomezia e con i tre punti i padovani scavalcherebbero il Monastir (che verrebbe retrocesso) affrontando così l'Italservice Pesaro nel playout che determinererà l'ultima squadra da declassare in A2 Elite (ovviamente la vincente rimane in Serie A); in caso contrario la classifica sarà cristallizzata così come è attualmente, con la retrocessione del Petrarca e il playout che vedrà opposte Italservice e Monastir.