Morlino solidale con l'Italservice: "Si deve giocare a Genzano? La Divisione suddivida i proventi"

Era inevitabile che la decisione adottata dalla Divisione Calcio a 5 di scegliere Genzano come sede delle finali di Supercoppa potesse sollevare un vespaio di polemiche. La risposta del presidente dell’Italservice, Lorenzo Pizza, è arrivata immediata ed a lui si è unita la reazione garbata ma piccante del patron del Petrarca, Paolo Morlino.


"Sono solidale con il Pesaro ed il Falconara - ha dichiarato. - La scelta di disputare le finali di Supercoppa a Genzano da parte della Divisione Calcio a 5 mi sembra davvero singolare. Vi è una storica consuetudine per cui tali gare hanno trovato sempre collocazione in casa della squadra campione d'Italia. Quest'anno, peraltro, le formazioni campioni d'Italia sono delle medesima regione, per cui la scelta non solamente avrebbe confermato la consuetudine, ma sarebbe stata la più logica ed avrebbe tributato il giusto riconoscimento ad un movimento regionale capace di imporsi, con le proprie formazioni apicali, in entrambe le categorie".


Paolo Morlino arriva subito al sodo.


”A questo punto posso solamente augurarmi davvero che la governance della Divisione Calcio a 5 sia in grado di motivare dal punto di vista economico tale determinazione, ma con una ricaduta vera nei confronti delle società partecipanti, ovvero con una suddivisione dei proventi. Non si può soltanto dire che è meglio così, bisogna far toccare con mano alle società i vantaggi economici. Se ci sono economie di favore, vanno condivise con chi questo sport lo produce, ovvero le società".


Morlino conclude il suo appunto.


"Sono due anni che dobbiamo riscontrare cose mai viste in precedenza: la finale scudetto a Pesaro nel 2021, le gare di Serie A a Salsomaggiore, davanti a pochi intimi - sarà questa la promozione del nostro calcio a 5? - dal 2021, ora le Finali di Supercoppa lontano dalla sede di chi ha vinto il campionato. Se la Divisione Calcio a 5 vuole stravolgere questo sport deve motivare adeguatamente la circostanza, e ripeto, con l'unica moneta che conta, che non sono le parole, ma le risorse economiche".