Lasciata alle spalle la sosta pasquale, la Tiemme Grangiorgione è pronta a ripartire in vista della 24a giornata di Serie B. I veneti però in questo weekend se la dovranno vedere con la Dolomiti Energia Olympia Rovereto, formazione sempre più lanciata verso la promozione in Serie A2. Per fare il punto della situazione in quel di Tombolo abbiamo chiesto qualche aggiornamento ad Alessandro Costantino, che da preparatore dei portieri è tornato a indossare le ginocchiere per ricoprire, a 49 anni, il ruolo di terzo estremo difensore e sopperire alle assenze per infortunio di Prosdocimi e Guidolin.
- Alessandro, quali sono le vostre sensazioni in vista della gara contro il Rovereto? Considerando le vostre condizioni e il valore dell'avversario?
"Le nostre sensazioni in vista della partita di sabato sono buone anche se purtroppo non avremo disponibile Dé Garcia per un risentimento muscolare. Pure Toso e Zannoni non sono al meglio per degli acciacchi, quindi anche per questa partita saremo contati. Noi però ci siamo allenati sicuramente bene e ce la metteremo tutta per provare a fare risultato".
- Come giudichi la stagione disputata dalla Tiemme? I playoff potevano essere davvero raggiunti?
"Faccio fatica a dare un voto perché è vero che il valore della nostra rosa è alta e invece noi non abbiamo dato quello che dovevamo, ma come si sa, la sfortuna ci ha preso di mira. Casagrande e Prosdocimi infortunati al crociato, Guidolin con una lussazione alla caviglia, Vettore che si era fratturato due costole e Baron che dopo un scontro di gioco si era guadagnato una contusione al pancreas: si capisce che non siamo mai stati tutti in condizione e a disposizione. Sicuramente però dovevamo fare meglio".
- Tu hai vissuto in modo particolare questa stagione perché alla fine, passando da preparatore a terzo portiere, sei dovuto scendere in campo per sopperire agli infortuni di Prosdocimi e Guidolin: lo avresti mai immaginato? Com'è stato tornare in campo dopo tanto tempo?
"Diciamo che è stata la ciliegina sulla torta di questa strana stagione. Da preparatore dei portieri e fermo da un anno, sono dovuto scendere in campo, con il compito di proteggere la porta fino a fine stagione. A 49 anni non è semplice, ma la società e la squadra avevano bisogno di me e non potevo tirarmi indietro, non è nel mio DNA. Tornare a giocare è sempre molto bello anche perché la categoria e i giocatori sono di alto livello; il problema è stato ritrovare tutte le sensazioni, i tempi, i ritmi e la reattività di gioco che solo la partita ti dà. Nell’ultima partita contro l’Isola infatti i ragazzi meritavano la vittoria per gioco e sacrificio, ma purtroppo in un paio di occasioni non sono stato all’altezza e non abbiamo portato a casa neanche un punto. Spero di rifarmi e dare un aiuto migliore alla squadra nelle ultime tre partite perché se lo meritano".
l.m.