
10/04/2025 17:35
Siamo arrivati all'ultimo atto di un campionato che non è facile interpretare in chiave Ichnos: importanti aspettative al via, rosa integrata in corso d'opera, tre mesi di imbattibilità e playoff che sembravano alla portata e poi... tutto finito una settimana prima dell'ultima partita.
Che ne pensa Francesco Faedda di tutto questo?
“Sicuramente gli obiettivi che ci eravamo prefissati ad inizio stagione non sono stati raggiunti. Questo però non vuol dire che la stagione sia stata completamente negativa. Considerate le varie peripezie e i vari episodi che si sono susseguiti nel corso dell’annata, personalmente sono comunque soddisfatto del lavoro svolto in questi mesi dalla squadra, perché ci siamo giocati comunque le nostre carte, seppur ridimensionate, fino alla penultima giornata di campionato, senza arrenderci e dimostrando che, con un pizzico di attenzione e fortuna in più, avremmo potuto vivere un finale di stagione più felice”.
- Paradossalmente sabato affrontate una squadra come l'Olbia che ha ancora qualcosa da chiedere al campionato in chiave salvezza: per chiudere nel migliore dei modi davanti al pubblico amico che Ichnos ci dovremo aspettare di vedere all'opera?
“Una Ichnos determinata per cercare di portare a casa il miglior risultato possibile considerando le insidie che spesso si nascondono dietro questo tipo di partite. Il fatto di essere in casa, inoltre, ci infonderà maggiore grinta per cercare di fare bella figura davanti ai nostri tifosi e chiudere così al meglio la stagione”.
- Un giudizio sulla tua stagione. La partenza di Paganini ha accresciuto minutaggio e responsabilità, ma te la sei cavata in maniera davvero egregia. Che voto ti dai?
“Parto dal presupposto che io sono una persona estremamente critica ed esigente nei miei confronti. Detto ciò considero la mia stagione abbastanza positiva anche se non sicuramente la migliore che ho fatto da quando sono all’Ichnos, per cui non penso di meritarmi più di 6,5/7 come votazione complessiva. La partenza di Enzo ha lasciato un vuoto comunque difficilmente colmabile, perché stiamo parlando di un giocatore di categoria superiore e di tutt’altra esperienza in questo sport; io e i miei compagni che abbiamo giocato nel ruolo di centrale difensivo, abbiamo dato il massimo per cercare di minimizzare questo gap e penso che nei limiti del possibile ci siamo riusciti”.