
18/04/2025 14:29
Pierpaolo Solini è lo storico segretario del Futsal Torrita, incarico assunto da quasi un ventennio, periodo che lo ha visto anche ai vertici del sodalizio senese (sin dal 2004) con la carica di vice-presidente.
“Un cammino lungo, intenso, ma vissuto sempre con il cuore”, ha confidato il dirigente, che tra qualche giorno (il 23 aprile per l'esattezza) festeggerà i suoi 50 anni.
A Solini abbiamo voluto subito chiedere una riflessione su quella che è stata la stagione regolare di un campionato approcciato con tanta volontà di ben figurare ma che ha riservato al Futsal Torrita più amarezze che soddisfazioni, valutazione che pone l'accento su quelle che sono state le criticità alla fine pagate in termini di classifica.
“La voglia di fare fa parte del nostro DNA. Dopo tanti anni di gestione di una società in un territorio che ha sempre risposto con entusiasmo al calcio a 5, ma che per dimensioni e risorse rimane limitato, siamo riusciti a compiere quel salto di qualità che da tempo sognavamo. Siamo ancora un cantiere aperto: le idee non mancano, ma spesso si scontrano con la realtà. Tornando ai giorni nostri sapevamo che il passaggio al campionato nazionale sarebbe stato una sfida impegnativa. Dopo un inizio brillante, le numerose defezioni hanno influito in modo determinante, facendoci precipitare in un periodo molto difficile. È stato un vortice di risultati negativi che avrebbe abbattuto anche il più ottimista. Nonostante tutto, abbiamo combattuto fino alla fine, chiudendo al terzultimo posto: un risultato che non ci soddisfa, ma che testimonia la nostra voglia di non mollare mai”.
Va sottolineata tuttavia la propensione della società ad assicurare a mister Chiappini tutta la fiducia possibile per riuscire a venir fuori da una situazione che si è complicata soprattutto nel girone di ritorno. Segno di maturità e condivisione delle problematiche con la sfera tecnica, concorda?
“Siamo abituati a gestire la società come una famiglia, un gruppo di amici accomunati dalla passione per il futsal. Il passaggio al nazionale ci ha fatto capire quanto sia difficile continuare a operare con una mentalità ‘amatoriale’, ma restiamo fedeli ai nostri valori: amicizia, rispetto e coesione. Nella nostra storia non ci sono mai stati esoneri, e anche quest’anno non c’è stato motivo di pensarci. Mister Chiappini, con la sua grande esperienza, è una figura centrale per noi: ci ha sempre dato tanto e continua ad accompagnarci nel nostro percorso di crescita. Non mi sento nella posizione di dare giudizi tecnici, ma credo che tutti, da lui, possiamo solo imparare”.
Abbiamo più volte detto che il Futsal Torrita è una società nella quale hanno trovato convergenza la passione e la voglia di fare futsal di un gruppo di amici. Cos'è per lei il Futsal Torrita? E cosa ha prodotto il calcio a 5 rispetto ad altre discipline per portarla ad abbracciare con grande partecipazione questa disciplina?
“Il Futsal Torrita è una parte importante della mia vita. La società è nata alle soglie del nuovo millennio, e io ne faccio parte dal 2003. Da allora non me ne sono mai allontanato, e oggi posso dire di aver vissuto questa realtà per oltre vent’anni con totale dedizione. Ci sono stati momenti belli e altri molto difficili, ma non mi rimprovero nulla: ho sempre dato tutto quello che potevo. In questo percorso ho incontrato persone con cui ho stretto rapporti autentici, basati sulla fiducia. Ho sempre cercato il dialogo e la collaborazione con altre società, con il Comitato Regionale e con la Divisione, puntando sull’empatia. E ho ricevuto riscontri positivi che mi hanno dato forza per continuare”.
Il prossimo futuro è legato inevitabilmente alla doppia sfida del playout con la Casalgrandese: le chiavi di lettura di questa partita? Quanto sarà vantaggioso poter giocare il ritorno a Torrita, pur condividendo il fatto che il risultato dell'andata sarà indubbiamente condizionante per la gestione della seconda gara?
“Ci presentiamo a questi playout consapevoli che sarà una doppia sfida equilibrata. Daremo tutto quello che abbiamo per affrontare al meglio entrambe le partite, consapevoli che la Casalgrandese è una squadra molto simile a noi per valori e risultati. È una realtà solida, con una difesa ben strutturata e una buona fisicità. Evito i pronostici, perché ogni volta che li faccio non ci prendo mai. Ma mi auguro che il lavoro e l’impegno dimostrati durante l’intera stagione possano essere ripagati. Giocare il ritorno in casa sarà sicuramente un piccolo vantaggio, anche sotto il profilo emotivo, ma sarà fondamentale il risultato dell’andata: lì si deciderà gran parte della qualificazione”.