
11/04/2025 11:15
Matteo Batistelli, 41 anni il prossimo 26 maggio, è un apprezzato architetto che svolge la propria libera professione nel comune di Torrita di Siena. Ma c’è un lungo filo che lo lega al Futsal Torrita: dal 2007 al 2017 ne è stato giocatore e, una volta appese le scarpette al chiodo, è entrato nella dirigenza.
“Ad oggi svolgo sia l'attività di tesoriere che di voce fuori campo durante il prepartita, nonchè di telecronista nelle gare in casa”, ci tiene a precisare. Un ruolo che attesta sia la poliedricità di Batistelli che la verve organizzativa del club che fa riferimento a Carlo Cassioli e Nico Faralli (nella foto è al centro tra i due massimi dirigenti). Insomma, possiamo dire quasi senza sbagliare che Matteo ha passato un bel pezzo della sua vita sportiva nel Futsal Torrita: ma come spiega questo legame tanto profondo che è andato al di là del campo di gioco?
“Una vita nel Futsal Torrita è stata molto più di una semplice esperienza sportiva: è stata un’avventura condivisa con un gruppo di amici veri, dentro e fuori dal campo. Il legame profondo nasce proprio da questo: dal sentirsi parte di qualcosa che andava oltre la partita del sabato. Eravamo una squadra, certo, ma prima ancora eravamo un gruppo unito, affiatato, che ha condiviso emozioni, sacrifici, vittorie e delusioni. Questo spirito di amicizia ha dato senso a tutto, rendendo ogni allenamento e ogni trasferta un’occasione per stare insieme. Anche oggi, da dirigente, quello stesso spirito continua a essere il motore di tutto: il Futsal Torrita è una seconda famiglia, un luogo dove i valori dell’amicizia e del rispetto hanno sempre fatto la differenza”.
Parlando più specificatamente di campo, ci si aspettava una prima stagione meno traumatica in Serie B: alla fine la salvezza dovrà essere conquistata attraverso la doppia sfida del playout con la Casalgrandese. Ma va detto, anche a giustificazione del risultato finale, che la jella si è accanita sulla squadra di Chiappini. Oppure è troppo riduttivo dare le colpe alla sfortuna?
“È vero, ci si aspettava una stagione meno complicata, ma il salto di categoria si è rivelato molto impegnativo sotto tanti punti di vista. Il livello della Serie B è alto e ci ha messo a dura prova, sia dal punto di vista tecnico che mentale. A questo si sono sommate tante assenze pesanti durante l’anno, che ci hanno spesso costretto a reinventarci e a fare i conti con situazioni di emergenza. Detto questo, sarebbe troppo semplice dare tutte le colpe alla sfortuna: certo, ha avuto il suo peso, ma dobbiamo essere onesti e riconoscere che potevamo fare meglio tutti, a partire da noi stessi. Ora abbiamo un’occasione, seppur difficile, per rimettere le cose a posto nei playout, e daremo tutto per conquistare questa salvezza”.
- Il finale di “regular season” ha permesso al Torrita di operare un sorpasso proprio sul rettilineo finale, agganciando la possibilità di giocare in casa la gara di ritorno dello spareggio salvezza. Se sarà un vantaggio dipenderà da come verrà affrontata la partita di andata: come va preparata sfruttando anche questa lunga sosta che fermerà i giochi per ben tre settimane?
“Sono certo che giocare la gara di ritorno in casa sarà un vantaggio importante, soprattutto in un confronto così delicato. Il sostegno del nostro pubblico è stato un fattore determinante per tutta la stagione, il vero uomo in più del Futsal Torrita. In queste tre settimane di sosta dovremo lavorare con intensità, ma anche con intelligenza: l’obiettivo è arrivare alla gara d’andata compatti, solidi, concedendo il meno possibile. Poi, al ritorno, davanti alla nostra gente, dovremo dare tutto, anche rischiando qualcosa in più, perché sarà lì che ci giocheremo davvero la salvezza. E sono sicuro che, con lo spirito giusto, potremo farcela”.
- Indipendentemente da tutto è soddisfatto di come la comunità di Torrita ha complessivamente risposto alla novità della serie B?
“È stata un’emozione enorme, a prescindere da come andrà a finire. Affrontare un campionato nazionale rappresenta un motivo di orgoglio per un paese di poco più di 7000 abitanti come Torrita. La risposta della cittadina è stata bellissima: ci ha sostenuto, ci è stata vicina, e ha vissuto con noi questa avventura con passione. Ma non vogliamo fermarci qui. Il nostro è un progetto ambizioso, costruito con serietà e visione. Torrita e la sua gente meritano un palcoscenico così importante, e continueremo a lavorare per restarci e crescere ancora”.